copyright © Giampietro Agostini - all rights reserved
Giampietro Agostini photography
 home page : Roberta Valtorta, Ritratti della città

Testo di Roberta Valtorta
tratto dalla mostra Ritratti della città, 1992


Giampietro Agostini - Ritratti della città

Una narratività armoniosa, uno spirito d'osservazione puntuale, un misurato senso dell'assurdo dotano il reportage di Giampietro Agostini di freschezza e, talvolta di malinconia. Dentro l'inquadratura gesti e situazioni, espressioni, si collocano in scenari nei quali parte rilevante hanno le immagini - figure dipinte sui muri, scritte, segni, raffigurazioni e riproduzioni su cartelloni, dentro vetrine, nelle strade stesse di cui vanno arricchendosi le città di oggi, poiché l'immagine e la sua riproduzione dominano la nostra civiltà. Ma non è, da parte di Agostini il rilevare la presenza della pubblicità nel tessuto urbano, operazione che da molti anni il reportage va facendo, anche ripetendosi: è, invece, il leggere dentro la città segni sempre più diversificati, la articolata segnaletica visiva di una comunicazione che tenta di attuarsi in spazi pubblici e in situazioni collettive. Non per questo "incremento" di comunicazione le persone appaiono meno isolate e anzi Agostini coglie i fatti del disagio e della estraneità che imbevono ormai la vita delle città. Significativamente, soggetti ricorrenti delle sue immagini sono i bambini, o comunque i giovani - gli adulti delle città del futuro - e a volte, i vecchi - coloro i quali hanno visto mutare l'aspetto delle città -. Non sono drammatiche le fotografie di Giampietro Agostini, e il suo non è un reportage che miri a colpire con violenza l'attenzione dell'osservatore: le immagini sono invece silenziose, e invitano l'osservatore a guardare le realtà che esse raffigurano con lo stesso occhio, ora forse sconsolato ora stupito ora interrogativo, con il quale il fotografo le ha realizzate. Forse è proprio nello stupore che le fotografie di Agostini trovano la loro strada: stupore che il mondo urbano celi problemi e interrogativi dentro spazi e dietro figure anche formalmente accattivanti.